Il tabù del ciclo

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Abbiamo realmente finito con il tabù del ciclo ?

Internet è diventato la vetrina delle blogger femministe 2.0 che si esprimono sulle nuove soluzioni senza esitare a parlare forte e chiaro delle mestruazioni. Coppette e mutande mestruali sono le nuove bandiere dell’emancipazione delle donne a proposito del loro ciclo. Addio assorbenti monouso che irritano le vulve e che saturano gli inceneritori. Le donne vogliono riprendere il potere. Che si tratti del loro corpo o del loro impatto sul pianeta.

Ma perché abbiamo dovuto aspettare fino al 2018 per vedere del sangue rosso invece del blu alla televisione per le pubblicità sugli assorbenti mentre Hansaplast l’aveva sempre rappresentato così ? Perché l’immagine della donna si è costruita in opposizione a quella dell’uomo : autocontrollo, discrezione, e soprattutto la seduzione : essere bella in qualsiasi circostanza. E non abbiamo rotto le regole nella sezione “cool e sexy” dell’educazione.

Non posso / non voglio, ho il ciclo !

Dai, ammettilo, è la frase che abbiamo tutte tenuto per sé migliaia di volte senza pronunciarla mai ! Perché il ciclo non arriva sempre al momento giusto. È quel giorno che il tuo capo aspetta il meglio di te ? Devi sostenere un esame ? Tuo figlio muore dalla voglia di fare un giro in bici ? E il tuo week-end in coppia i piedi nell’acqua…

Eppure, in 9 casi su 10, farai come se non fosse successo niente cercando sempre di sorridere. Anche se vuol dire riprendere qualche pillola in più sul blister successivo per quelle che hanno scelto questo metodo anticoncenzionale…

La ragione ? Perché non vogliamo mettere a disagio chi ci circonda con le nostre peoccupazioni “femminili”. Come se riguardassero solo noi… Mentre sono solo una parte visibile delle nostra condizione di essere sessuato, che inoltre ai uomini non dispiace !

Ma hai il ciclo ?

Da un punto di vista machilista, l’influenza del cambiamento ormonale sul nostro umore ci renderebbe degli esseri emozionalmente instabili. Questa vulnerabilità sarebbe un obiezione per affidare responsabilità alle donne. In tali circostanze, sembra perfettamente comprensibile che la maggior parte delle donne ambisioze non parli troppo delle mestruazioni e neanche  dei mali ad esso collegati. Mentre bisognerebbe parlarne libreamente per superare il tabù… E dopo tutto, anche gli uomini sono sotto l’influenza dei loro ormoni anche se non variano, giusto ?

Secondo Taous Merakchi, autore del libro Le Grand Mystère des Règles ( “Il Grande Mistero del Ciclo”), se gli uomini avessero il ciclo, ci sarebbe un ministero dedicato.

Il tabù del ciclo = segno di distinzione sociale delle disparità di genere

Il tabù e la percezione delle mestruazioni sono spesso rivelatori di disparità di genere nel mondo. Le donne che hanno il ciclo in India o in Nepal sono ancora considerate come impure. Possono essere escluse di casa e obbligate a rifugiarsi in una capanna nonostante l’insicurezza del luogo e le legislazioni in vigore. In molti paesi, le mestruazioni disturbano l’istruzione delle ragazzine che non hanno accesso a protezioni igieniche, per mancanza di mezzi finanziari. Questa è la sfida che alcune associazioni locali hanno deciso di affrontare con coraggio per l’istruzione, l’accesso a delle protezioni degne e durevoli pur permettando alle donne di lavorare. Empowerment femminile 1.0.

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