L’industria tessile fa parte delle più inquinanti del mondo. Si stima che il 24% del consumo mondiale di pesticidi viene usato per la coltivazione del cotone mentre riguarda solo il 2% al 3% dei terreni agricoli. E ci vogliano 5500L a 19000L di acqua secondo il sistema di coltivazione per produrne 1kg. Dalla piantagione di cotone al negozio, intervengono almeno 6 a 7 imprese, ciò che rende difficile la trasparenza e la tracciabilità della filiera.
I materiali sintetici possono provenire dal riciclaggio ma sono difficilmente riciclabili. Quando facciamo il bucato, delle microparticelle di plastica sono scaricate nei nostri fiumi e oceani. Le sfide sono numerose per rendere la nostra guardaroba più etica, che sia per il pianeta o i lavoratori che confezionano i nostri vestiti.
1. Fare il punto con il contenuto del nostro armadio e chiedersi che cosa è realmente necessario.
Se vogliamo ridurre il nostro impatto ambientale, consumare meno è un’emergenza. Ma questo non si può fare senza mettere in discussione il nostro stile di vita e la percezione della nostra immagine in società. I vestiti sono l’espressione della nostra identità dunque dare prova di sobrietà è il frutto di una rimessa in discussione personale e di un lavoro su se stessi. Liberarsi dallo sguardo della società sul nostro parere è impossibile, ma senza diventare tutti monaci buddisti, possiamo guardare con consapevolezza il nostro modo di verstirsi e associare le nostre convinzioni al nostro consumo.
Hai bisogno di aiuto per sentirti bene in una guardaroba minimalista ? Lascia stare le riviste di moda, le blogger dipendenti dal shopping e evita la tentazione del vetrine !
Rivalutare l’indispensabile, fare delle scelte per vederci più chiaro, dare, riparare, rinnovare la propria guardaroba di seconda mano, scambiarsi i vestiti tra amiche o passare al noleggio… tanti gesti da applicare per diminuire l’impatto del nostro armadio.
2. Separarsi dal superfluo.
Se vuoi adottare un’iniziativa zero rifiuti o sentirti meglio a casa senza spingere i muri, la raccolta differenziata degli indumenti permette di risparmiare tempo nella vita quotidiana e di concentrarsi sull’essenziale. I vestiti che vengono messi a disposizione sul mercato dell’usato permetteranno ad altri di rinnovare la loro guardaroba senza nessuna pressione sul pianeta.
Nel suo libro Zero Rifiuti in Casa, Béa Johnson spiega come ha ridotto il suo armadio a 30 pezzi, calzini e costumi da bagno inclusi ! Sembra irrealizzabile ? Ad ognuno di noi porre l’accento dove lo vogliamo.
Come selezionare i vestiti in un armadio minimalista ?
- Scegli il colore di base neutro legato alla tua carnagione : nero, blu navy, marrone o grigio.
- Conserva solo i vestiti che stanno bene con questo colore : dei basic neutri (pantaloni e magliette) e alcuni vestiti con motivi
- Metti i top con i pantaloni che possono stare bene insieme e assicurati di poter vestirti per la settimana (così non sarai mai schiava della lavatrice o durante le vacanze)
- Ogni volta che compri un nuovo vestito, separati da un altro. Se non pensi di poter adottare questo dressing minimalista, puoi comunque pensare a ridurre le dimensioni della tua guardaroba
- Se ti lavi la mattina, potrai utilizzare un balsamo deodorante ecologico che ti permetterà di indossare la stessa maglietta per 2 giorni. Ti sembra impensabile ? Gli odori del corpo risultano dai batteri. Se non ci sono odori o macchie, non si rompe niente. Le lavatrice sono al nostro servizio e non il contrario.
Esempio di guardaroba a tendenza minimalista
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Da 7 a 10 magliette a maniche corte o lunghe secondo il clima,
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5 canotte
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3 top da sovrapporre (camicie o altro)
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3 pantaloni o jeans
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1 gonna e 2 vestiti
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2 leggings o pantaloni sportivi in jersey di cotone che possono anche servire di pigiama
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2 pullover, 2 gilet
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1 giacca elegante
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7 mutande, 2 reggiseni, 5 paia di calze
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1 costume da bagno
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1 cintura
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1 impermeabile, 1 cappotto invernale e 1 giacca mezza stagione
Per cominciare :
Tira fuori i vestiti dall’armadio alla fine di ogni stagione. Se non li hai indossati tutti durante gli ultimi 6 mesi, puoi lasciarli senza rimorsi. Se vuoi andare anche più lontano, seleziona poi i vestiti secondo i criteri descritti sopra.
Se vuoi rivendere questi vestiti, sarà sicuramente meglio optare per questa strategia ad inizio stagione piuttosto che in fine stagione. È più difficile ma non impossibile ! Se temi di fare questo da sola o se non sai come farlo, contatta una professionista del riordino o leggi Il Magico Potere del Riordino di Marie Kondo.
Per dare : Emmaus Italia…
Per rivendere : Mercatini, videdressing.it, Vinted, Depop…
3. E se voglio rinnovare la mia guardaroba ? Meglio privilegiare i vestiti di seconda mano.
Il più locale possibile per evitare gli imballaggi e l’inquinamento legato al trasporto. Se senti il bisogno di vestirti in modo creativo, scegli dei pezzi originali tra i vestiti usati.
Mercatini, vide dressing
Su Internet : Vinted, Videdressing.it
Il sito di Emmaus Italia come http://www.emmausroma.org/il-mercatino/
4. Considero che comprare dei vestiti nuovi è un atto etico se non militante.
Per il nuovo, è meglio privilegiare i vestiti prodotti localmente e dei materiali selezionati per minimizzare il loro impatto ambientale : cotone organico, lino, canapa, modal, Lyocell, fibre riciclate. Consumare localmente riduce al minimo l’inquinamento legato al trasporto e permette di garantire le condizioni di vita dei lavoratori e di riorientare le competenze. Scegli del nuovo per i tuoi basic intramontabili nei colori neutri (biancheria intima, calzini, canotte, magliette a collo alto). Rimani intransigente sulla qualità delle cuciture e la densità dei materiali.
5. Vado in un negozio se è possibile & compro su Internet a certe condizioni.
Vuoi favorire l’economia locale ? Sei tentata da Internet ma hai paura del suo impatto sociale e ambientale ? L’equazione è più complessa di quanto sembri. Molti marchi “Made in France” hanno dei costi di produzione superiori a quelli che importano dall’altra parte del mondo. E a volte Internet si presenta come l’unica soluzione per farcela, eliminando inoltre le spese legate alla distribuzione (il margine del distributore, i costi fissi…). Per Slowen, il costo di produzione dei modelli è compreso tra il 40% e a volte più del 60% (per le Slip-Slap in particolare) del prezzo al netto delle imposte mentre il prezzo di costo di questi stessi prodotti potrebbe essere dimezzato attraversando il Mediterraneo. In queste condizioni, è difficile proporre l’insieme delle mutande a dei distributori che hanno bisogno di generare un margine anche loro. Il Made in France è un partito preso per riorientare le competenze, garantire le condizioni di lavoro dei lavoratori e mantenere l’economia locale. Le imprese francesi s’impegnano sul loro impatto ambientale, offrono una garanzia di tracciabilità, dei marchi e delle norme disciplinate dal diritto internazionale ma anche europeo e francese.
In ogni caso, è meglio ordinare su siti impiantati localmente sia per la logistica che per il sede sociale (Amazon non paga le sue imposte in Francia). E scegli di preferenza quelli che minimizzano gli imballaggi durante la spedizione.
Ad Annecy :
- Les Hirondelles : les-hirondelles.fr : Vestiti biologici tagliati a partire da redisui di tessuti, fabbricati su richiesta e venduti durante vari eventi,
- https://www.chaussettes-coccinelle.fr/, Greenweez.com
Moda riciclata : Refabmarket – progetto terminato su Ulule https://it.ulule.com/refab/
Biancheria Made in France e/o ecologica : Olly lingerie, HappyNewgreen, doyougreen.fr, etsy.fr, dressingresponsable.fr, Le Slip Français (in negozio e online).
6. In mancanza di consumare localmente, scelgo vestiti provenienti dal commercio equo e solidale.
L’importazione di abiti manifatturati consuma più petrolio visto l’aumento dei volumi e delle scelte di spedizione. Durante il trasporto, è facile immaginare che una sneaker finita occupi più spazio dei materiali che la compogono. La tesoreria mobilitata per la confezione necessita poi un trasporto rapido delle merci, il che orienta i marchi verso modalità di spedizione più inquinanti. Per avere un modello economico sostenibile, prendono spesso l’aereo le sneaker che provengono dal commercio equo e solidale. Tuttavia, il commercio equo e solidale permette l’aumento dei redditi e un vero miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori nel loro paese e il tuo acquisto rimane socialmente virtuoso. Questa è spesso la scelta più conveniente al livello del prezzo visto che permette di beneficiare di prezzi di costo relativamente bassi.
7. “Possible” : il “Joker” per i fashion addict !
Sei stanca del tuo nuovo armadio minimalista e il prossimo vide dressing avviene solo tra 6 mesi ? È sempre possibile consumare “responsabile” grazie al noleggio di vestiti. Troverai della moda etica, made in France e impegnata da Possible. Una bella iniziativa da incoraggiare !
POSSIBLE, progetto terminato su Ulule : https://fr.ulule.com/possiblefrance/